Ogni anno, nella notte del 31 ottobre, le strade si popolano di streghe, fantasmi, vampiri e zucche intagliate: è la notte di Halloween, una delle feste più amate dai bambini, che si divertono a bussare alle porte con il celebre ritornello: “Dolcetto o scherzetto?”
Molti pensano che questa festa sia nata negli Stati Uniti, ma in realtà le sue radici affondano in Europa, e più precisamente in Scozia e Irlanda. Già nel 1795 si usava l’espressione All Hallows’ Eve, cioè “vigilia di Ognissanti”, da cui deriva il nome Halloween.
Gli antichi Celti celebravano in quei giorni Samhain, la fine dell’estate e l’inizio del nuovo anno: si credeva che in quella notte il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti diventasse più sottile, permettendo agli spiriti di tornare sulla Terra. Per scacciarli, si accendevano fuochi e si indossavano maschere spaventose… una tradizione che, in forme diverse, è arrivata fino a noi!
Oggi, tra zucche, costumi e dolcetti, Halloween è diventata una festa allegra e piena di colori. Ma non dobbiamo dimenticare che, fino a non molto tempo fa (e ancora oggi in molte famiglie), la cosiddetta “Notte dei Morti” era un momento di raccoglimento: si visitavano i cimiteri, si preparavano dolci in ricordo dei defunti, si lasciava un posto a tavola per chi non c’era più o si accendeva una candela alla finestra per illuminarne il cammino.
Festeggiare, quindi, non significa solo divertirsi: significa anche scegliere cosa vogliamo ricordare e come.
E allora, nella notte tra l’1 e il 2 novembre, possiamo unire tradizione e divertimento: intagliare una zucca, preparare biscotti, ridere con gli amici… ma anche accendere una piccola luce per chi vive nei nostri ricordi.
Perché ogni festa, in fondo, è un modo per tenere accesa la memoria.
