
di Valentina Carli e Fabio Graziani
Viviamo in un’epoca in cui spesso si sente dire che la nostra generazione è spenta.
Si parla di ragazzi disinteressati, poco ambiziosi, senza fame.
Troppo spesso si descrivono gli adolescenti come mentalmente assopiti davanti a uno schermo, con lo sguardo fisso su uno smartphone e la testa altrove.
Senza perdersi nelle cause — che sono tante e complesse — la vera domanda da porsi è: cosa possiamo fare, concretamente, per invertire la rotta?
È proprio da questa domanda che nasce il nostro giornalino scolastico.
Quello che oggi leggete (o state leggendo) non è un’iniziativa calata dall’alto. Non ci è stata imposta. È nata da un’idea, è cresciuta in una stanza, ed è diventata realtà grazie all’entusiasmo di chi ha deciso di crederci.
Abbiamo iniziato scegliendo insieme il nome, immaginando il tono da dare agli articoli, progettando da zero l’identità grafica, fino ad arrivare allo sviluppo concreto del sito.
Non un blog qualsiasi, ma uno spazio pensato, discusso, e realizzato interamente da noi, studenti.
Uno degli aspetti più belli di questo progetto è vedere quanti ragazzi partecipano con entusiasmo. In ogni incontro si unisce qualcuno di nuovo, qualcuno che non ha mai scritto ma vuole provare.
La redazione è aperta a tutti, e ogni voce trova spazio. È questo il cuore del progetto: non serve essere “bravi”, basta avere voglia di dire qualcosa. E non importa se oggi si scrive e domani no: la redazione cambierà continuamente, perché il cambiamento è alla base del giornalino stesso.
I nostri obiettivi: da una parte, vogliamo creare un luogo attivo, dove i ragazzi possano partecipare, scrivere, confrontarsi, mettersi in gioco. Dall’altra, vogliamo anche offrire un veicolo passivo di interesse, che permetta a chiunque — anche a chi non scrive — di staccarsi per un attimo dal solito scroll infinito dei social e leggere qualcosa scritto da un compagno, magari su un tema vicino, reale, sentito.
In questo senso, il giornalino non è solo uno strumento di espressione, ma anche un modo per ritrovare attenzione, stimoli, connessione reale tra persone che, spesso, nella stessa scuola si incrociano senza conoscersi davvero.
Non vogliamo salvare il mondo.
Ma se anche solo un ragazzo si sentirà ispirato a partecipare, a scrivere, o semplicemente a leggere un articolo invece di guardare un reel, allora avremo acceso qualcosa. E questo basta per dire che ne è valsa la pena.
Il nostro giornalino non è la soluzione, ma è un inizio. E ogni inizio è già una piccola rivoluzione.