Dimenticate le noiose lezioni di fisica. Il capolavoro di Christopher Nolan, Interstellar (2014), non è solo un film, ma un’epopea spaziale che mescola lacrime e calcoli matematici. Ecco perché ha rivoluzionato la fantascienza!
La Terra è condannata da una piaga sui raccolti. Cooper (Matthew McConaughey), un ex pilota della NASA, deve lasciare la figlia Murph per guidare una missione disperata. Il loro obiettivo: attraversare un Wormhole (un tunnel spaziale) e trovare un pianeta abitabile unica soluzione per la salvezza del genere umano.
Il film affronta in come mai fatto prima in una pellicola il tema della dilatazione temporale teorizzato un secolo fa da Einstein. Vicino a un buco nero, ogni ora per Cooper equivale a molti anni terrestri. Questo rende la promessa del ritorno un conto alla rovescia straziante ed irreversibile.
La cosa che rende questo film magico è il realismo con cui siamo immersi nelle varie situazioni. Nolan ha ingaggiato il fisico premio Nobel Kip Thorne come consulente per garantire la massima precisione scientifica.
L’immagine spettacolare di Gargantua non è stata disegnata, ma generata da un software che ha applicato le equazioni di Einstein riviste dallo stesso Thorne. È considerata la rappresentazione più accurata di un buco nero in rotazione mai vista al cinema.
Interstellar è un film da vedere e rivedere perché rivela nuovi dettagli ad ogni visione. Non solo per la bellezza visiva, ma perché concetti come il Tesseratto o l’Orizzonte degli Eventi richiedono una seconda (o terza!) occhiata per essere assimilati. È quel film che ti spinge a googlare “Fisica Teorica” appena finiscono i titoli di coda.
Buona visione
