
Nel corso del XX secolo, l’umanità ha costruito la più potente arma di distruzione mai concepita: la bomba atomica. L’idea che ne basterebbero 50 per rendere la Terra inabitabile non è fantascienza, ma una valutazione condivisa da molti esperti militari e scientifici. Eppure, nel nostro mondo moderno, si stima che siano state prodotte oltre 150.000 armi nucleari dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Molte di queste sono state smantellate, ma più di 12.500 testate sono ancora attive o stoccate. Perché così tante? E dove si trovano?
Le simulazioni degli effetti di un conflitto nucleare globale mostrano che anche solo 50 testate nucleari esplose nelle principali città del mondo basterebbero a causare:
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La morte immediata di centinaia di milioni di persone;
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Un “inverno nucleare”, con temperature in caduta libera per anni;
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L’interruzione delle catene alimentari e il collasso dell’agricoltura globale;
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Un danno permanente alla biosfera e all’ecosistema terrestre.
Perché quindi abbiamo oltre 12.500 testate attive? La risposta è nella logica della deterrenza.
L’idea è che il possesso di migliaia di testate rende troppo rischioso un attacco, perché l’aggressore verrebbe annientato a sua volta. Questo meccanismo è noto come Mutua Distruzione Assicurata (MAD – Mutual Assured Destruction).
In realtà, gran parte degli arsenali è obsoleta o in attesa di smantellamento. Tuttavia, le potenze nucleari continuano a modernizzare le proprie armi, investendo miliardi in sistemi sempre più sofisticati, come i missili ipersonici o i sottomarini nucleari di nuova generazione.
Chi ha più armi nucleari? La classifica attuale (2024)
Secondo la Federation of American Scientists (FAS) e altre fonti attendibili, ecco la situazione attuale (circa):
Paese | Totale stimato di testate nucleari | Di cui schierate operativamente |
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Russia | 5.889 | ~1.600 |
Stati Uniti | 5.244 | ~1.770 |
Cina | ~500 | ~200 |
Francia | 290 | ~280 |
Regno Unito | 225 | ~120 |
Pakistan | 170–180 | ~100 |
India | 160–170 | ~100 |
Israele | ~90 | segreto militare |
Corea del Nord | ~40–50 | incerta |
L’Italia e le bombe nucleari: ne abbiamo, ma non nostre
L’Italia non possiede armi nucleari proprie, ma ospita testate statunitensi nell’ambito del programma NATO di “nuclear sharing”. Questo significa che, in caso di guerra, aerei italiani potrebbero sganciare armi nucleari statunitensi sotto autorizzazione USA.
Attualmente, si stima che in Italia siano presenti tra le 15 e le 40 testate nucleari statunitensi, del tipo B61 a caduta libera, distribuite in due basi principali:
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Ghedi (Brescia) – ospita aerei Tornado italiani addestrati per missioni nucleari;
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Aviano (Pordenone) – base aerea USAF, ospita forze aeree statunitensi.
Le testate rimangono sotto controllo americano, ma la loro presenza rende l’Italia un potenziale bersaglio strategico in caso di conflitto nucleare.
Ospitare bombe atomiche, come fa l’Italia, aumenta la nostra esposizione a un eventuale conflitto. Eppure, pochi cittadini sono consapevoli di questo scenario.
Forse è tempo di chiedersi non solo come limitarne l’uso, ma anche se l’umanità può davvero convivere con armi che hanno il potere di annientarla in pochi minuti.