di Emily Gasperoni e Filippo Picchiacci
Siamo Emily e Filippo, due studenti di un istituto tecnico, e abbiamo deciso di realizzare un’indagine sull’uso dello smartphone tra adulti e adolescenti.
Per farlo abbiamo creato un questionario che abbiamo somministrato a diverse persone, cercando di coinvolgere sia ragazzi della nostra età che adulti.
Dopo aver raccolto e analizzato i dati, abbiamo scoperto molte informazioni interessanti sul modo in cui le persone usano il telefono, quanto tempo ci passano, cosa ne pensano e come vivono questa abitudine.
Le differenze tra generazioni sono emerse in modo chiaro, così come alcuni punti in comune che non ci aspettavamo.
Ecco le principali conclusioni a cui siamo arrivati grazie alla nostra ricerca.
Come usiamo lo smartphone: adulti vs giovani
Lo smartphone è ovunque nella nostra vita, ma non tutti lo usano allo stesso modo.
Gli adulti lo usano soprattutto per comunicare (40%) e per motivi di lavoro (23%). Per loro è ancora uno strumento utile, da usare quando serve.
I giovani, invece, lo vivono in modo molto più emotivo e personale. Lo usano per collegarsi ai social (50%), per ascoltare musica (17%), e solo in piccola parte per la scuola (1%). Lo smartphone per loro è una vetrina, un amico, un modo per sentirsi parte di qualcosa.
Anche il tempo d’uso è interessante: molti adulti pensano di usarlo meno di quanto fanno davvero, mentre i giovani sono più precisi nel valutare il tempo che ci passano sopra. I ragazzi sanno di usarlo tanto, ma per loro è normale.
Libertà, divieti e momenti critici
Qui si vede chiaramente la differenza tra generazioni.
Il 59% degli adulti è favorevole a limitare l’uso dello smartphone, forse per tornare a un passato meno digitale.
Mentre solo il 17% dei giovani è d’accordo: per loro il telefono è libertà, connessione, identità. Vietarlo sembra quasi come togliergli una parte di sé.
Anche i momenti della giornata in cui si usa lo smartphone cambiano:
Gli adulti lo usano di più di sera (61%), dopo una giornata di lavoro.
I giovani lo usano soprattutto nel pomeriggio (50%) e fino a notte fonda (8%), spesso per rimanere connessi agli altri.
Inoltre, entrambi lo usano in momenti importanti: durante i pasti, prima di dormire e appena svegli. Il 96% dei giovani e l’89% degli adulti guarda lo smartphone prima di dormire.
Tutto questo mostra che il telefono è sempre presente, a volte troppo.
Controllo e abitudini da cambiare
Il dato più forte? Il 90% sia degli adulti che dei ragazzi prende il telefono senza un vero motivo. Questo gesto automatico è il vero segno di quanto siamo legati allo smartphone, più per abitudine che per bisogno.
Ma c’è anche una buona notizia.
Il 69% dei giovani e il 42% degli adulti ha provato a ridurre l’uso del telefono.
E 2 persone su 3, in entrambi i gruppi, ci sono riuscite.
Questo dimostra che non è una dipendenza impossibile da controllare, ma un comportamento che si può cambiare, se lo si vuole davvero.
In pratica, adulti e giovani vivono il telefono in modo diverso: i primi lo usano per funzione, i secondi per identità. Ma entrambi fanno fatica a staccarsene.
In generale possiamo sicuramente constatate che non c’è una vera percezione di quanto tempo della nostra vita si passi davvero davanti allo smartphone?
Facendo due conti, se una persona lo utilizza 5 ore al giorno, nell’arco di una vita media di 80 anni significa trascorrere circa 17 anni interi guardando lo schermo.
Se invece l’uso sale a 8 ore al giorno (frequente nei giovani), il tempo raddoppia fino a quasi 27 anni di vita passati sul dispositivo.
Ma se escludiamo le ore notturne — cioè considerando solo le 16 ore di veglia al giorno — le proporzioni diventano ancora più impressionanti: utilizzare lo smartphone 5 ore su 16 equivale a passare oltre il 30% della propria vita “attiva”, ossia circa 25 anni da svegli davanti allo schermo.
Con 8 ore di utilizzo quotidiano, si arriva addirittura a metà del tempo di veglia, cioè circa 40 anni di vita cosciente spesi sul telefono.
Numeri che fanno pensare: quanto di quel tempo stiamo davvero scegliendo di vivere, e quanto invece ci scivola via dietro a uno schermo?
Il vero punto non è solo “quanto lo usi?”, ma piuttosto: perché lo usi?
Lo smartphone ci aiuta, ci collega, ci accompagna. Ma ogni tanto dovremmo fermarci e chiederci:
Sto usando il telefono o è il telefono che sta usando me?
Siamo Emily e Filippo, due studenti di un istituto tecnico, e abbiamo deciso di realizzare un’indagine sull’uso dello smartphone tra adulti e adolescenti.
Per farlo abbiamo creato un questionario che abbiamo somministrato a diverse persone, cercando di coinvolgere sia ragazzi della nostra età che adulti.
Dopo aver raccolto e analizzato i dati, abbiamo scoperto molte informazioni interessanti sul modo in cui le persone usano il telefono, quanto tempo ci passano, cosa ne pensano e come vivono questa abitudine.
Le differenze tra generazioni sono emerse in modo chiaro, così come alcuni punti in comune che non ci aspettavamo.
Ecco le principali conclusioni a cui siamo arrivati grazie alla nostra ricerca.
Come usiamo lo smartphone: adulti vs giovani
Lo smartphone è ovunque nella nostra vita, ma non tutti lo usano allo stesso modo.
Gli adulti lo usano soprattutto per comunicare (40%) e per motivi di lavoro (23%). Per loro è ancora uno strumento utile, da usare quando serve.
I giovani, invece, lo vivono in modo molto più emotivo e personale. Lo usano per collegarsi ai social (50%), per ascoltare musica (17%), e solo in piccola parte per la scuola (1%). Lo smartphone per loro è una vetrina, un amico, un modo per sentirsi parte di qualcosa.
Anche il tempo d’uso è interessante: molti adulti pensano di usarlo meno di quanto fanno davvero, mentre i giovani sono più precisi nel valutare il tempo che ci passano sopra. I ragazzi sanno di usarlo tanto, ma per loro è normale.
Quando si parla di dipendenza, inizialmente un terzo di adulti e giovani dice di sentirsi dipendente. Ma dopo aver capito che la vera dipendenza vuol dire non riuscire a controllarsi, molti adulti cambiano idea (solo il 18% continua a dirlo). I giovani invece continuano a riconoscere un legame forte col telefono (27%).
Libertà, divieti e momenti critici
Qui si vede chiaramente la differenza tra generazioni.
Il 59% degli adulti è favorevole a limitare l’uso dello smartphone, forse per tornare a un passato meno digitale.
Ma solo il 17% dei giovani è d’accordo: per loro il telefono è libertà, connessione, identità. Vietarlo sembra quasi togliere loro una parte di sé.
Anche i momenti della giornata in cui si usa lo smartphone cambiano:
Gli adulti lo usano di più di sera (61%), dopo una giornata di lavoro.
I giovani lo usano soprattutto nel pomeriggio (50%) e fino a notte fonda (8%), spesso per rimanere connessi agli altri.
Inoltre, entrambi lo usano in momenti importanti: durante i pasti, prima di dormire, appena svegli. Il 96% dei giovani e l’89% degli adulti guarda lo smartphone prima di dormire.
Tutto questo mostra che il telefono è sempre presente, a volte troppo.
Controllo e abitudini da cambiare
Il dato più forte? Il 90% di adulti e ragazzi prende il telefono senza un vero motivo. Questo gesto automatico è il vero segno di quanto siamo legati allo smartphone, più per abitudine che per bisogno.
Ma c’è anche una buona notizia.
Il 69% dei giovani e il 42% degli adulti ha provato a ridurre l’uso del telefono.
E 2 persone su 3, in entrambi i gruppi, ci sono riuscite.
Questo dimostra che non è una dipendenza impossibile da controllare, ma un comportamento che si può cambiare, se lo si vuole davvero.
In conclusione, adulti e giovani vivono il telefono in modo diverso: i primi lo usano per funzione, i secondi per identità. Ma entrambi fanno fatica a staccarsene.
Il vero punto non è solo “quanto lo usi?”, ma piuttosto: perché lo usi?
Lo smartphone ci aiuta, ci collega, ci accompagna. Ma ogni tanto dovremmo fermarci e chiederci:
Sto usando il telefono… o è il telefono che sta usando me?
