Magari voi ancora non la conoscete ma preparatevi perché sta per entrare anche nella vostra vita. E’ la nuova app del futuro, la nuova migliore amica di mia madre! Da quando l’ha scoperta la porta ovunque, specialmente quando va a fare la spesa, altro che il vecchio foglietto della spesa stropicciato, ormai abbiamo Yuka!
Per chi non la conoscesse, Yuka è un’app gratuita che ti aiuta a fare acquisti in modo più consapevole, facendo un po’ di ordine tra l’enorme quantità di prodotti alimentari e cosmetici che troviamo ogni giorno sugli scaffali.
La sua funzione principale è semplicissima, basta scansionare il codice a barre di un prodotto e ti mostra subito cosa contiene, quanto è sano, e la qualità degli ingredienti ma non solo, perché per i più attenti Yuka ti consigli i prodotti migliori anche per l’ambiente.
Insomma, niente più etichette incomprensibili o nomi di additivi, aromi, composti strani che solo la professoressa Averardi riesce a leggere.
Yuka ti dà un giudizio chiaro e veloce, con un punteggio da 0 a 100 che ti fa capire al volo se il prodotto è una buona scelta oppure no.
Ok… questa è la funzione “seria”, ma Yuka può essere usata anche come gioco! Io e mia cugina, per esempio, ci divertiamo a sfidarci indovinando il punteggio dei prodotti e attenzione, chi perde paga!
Spoiler: i biscotti “super salutari” che sembrano perfetti per “una vita alla Vitasnella” spesso hanno punteggi terrificanti, mentre prodotti insospettabili a volte risultano eccellenti, insomma dietro ogni codice a barre si nasconde una vera sorpresa.
In tutto questo, però, c’è anche un lato curioso: molti utenti sul web credono che Yuka, a volte, possa essere “pilotata”, o addirittura pagata per favorire certi prodotti rispetto ad altri. Non si sa se sia vero o no, ma le discussioni non mancano e, come spesso accade, l’app è finita al centro di dibattiti e opinioni contrastanti.
Insomma, sia che vogliate mangiare in modo più sano, sia che vogliate semplicemente divertirvi durante la spesa, Yuka è una di quelle app che, una volta provata, ti chiedi come hai fatto a vivere senza, e, almeno per mia madre, la risposta ormai è chiara: mai più senza!
